Anna Rigamonti im Museum Onsernone – resoconto

Anna Rigamonti

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Preparativi

Durante il sopralluogo al Museo Onsernonese sono stata attirata dalla stanza dei ritratti di Carlo Agostino Meletta, al primo piano. Ho notato che sotto ogni figura è dipinto anche il nome e l’età della persona ritratta. Questo dettaglio mi ha fatto pensare al “desiderio di eternità” insito nell’essere umano e alla voglia di lasciare una traccia di sé ne tempo. Il fatto che questi ritratti siano conservati in un museo con lo scopo di preservarli dal degrado, mi interessa. Mi chiedo se tutti desiderano “conservarsi” il più a lungo possibile o, meglio ancora, «per sempre». Ho pensato che sarebbe stato allettante dare la possibilità ai visitatori di avere un proprio ritratto conservato nel Museo per l’eternità, o per tutto il tempo possibile.

Svolgimento

La performance è iniziata alle 15:00, contemporaneamente alle performance degli altri artisti invitati. Il pubblico ha iniziato a circolare all’interno degli spazi del museo. Ho provato inutilmente a collegarmi a internet per trovare un suono che avrebbe fatto da sfondo alla performance: un fruscio leggero ma costante. Ho lasciato perdere e ho iniziato ad applicare dei fogli bianchi da disegno su una decina di cornici. Il piano era di riempirli con i ritratti dei visitatori e di appoggiarli al muro. Ho scritto su due ritagli di carta con un pennarello rosa: «Portrait 5.-, cartolina con il tuo nome 0.50.-». Poi ho cambiato idea, ho girato i ritagli e ho scritto solo: «CONSERVAZIONE NEL MUSEO» e «PORTRAIT per sempre NEL MUSEO».

Ai visitatori ho offerto la possibilità di avere un proprio ritratto – oppure una cartolina con il proprio nome e l’età – conservato “per sempre” nel museo. Ad alcuni l’idea non convinceva. Quattro persone si sono lasciate ritrarre. Il tempo del ritratto mi ha dato la possibilità di posare il mio sguardo su di loro e di poter stabilire un contatto umano, percependo le loro particolarità in modo delicato e rispettoso.

Finito il ritratto, e dopo averlo mostrato al partecipante, l’ho appeso al muro con un nastro adesivo rosa (senza cornice, diversamente da come pianificato) accanto ai quadri del Meletta. In questo modo ho potuto dare un carattere precario e provvisorio al ritratto, in contrasto con l’idea di eternità.

Mi prometto di prendere contatto con il direttore del Museo Onsernonese per concordare e officializzare la conservazione dei disegni nell’archivio del museo.

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